Saturday, November 15, 2008

(Dis)sanita' Italiana

Ecco un bel post per raccontare una di quelle italiche saghe che troverebbero posto a "Mi manda Raitre" e trasmissioni simili.
Io e la mia compagna (ciao Edi), siam in attesa di un bel bimbo che dovrebbe movimentarci le notti a partire da gennaio. Io son emigrato da piu' di 2 anni in Svizzera in cerca di speranza per il futuro e la poverella porta a spasso il nascituro per inseguirmi.
2 settimane fa, Edi affronta l'ultimo viaggio in treno verso la Svizzera, prima di rimanere stabile in Italia ad attendere il pargolo. Fra tre giorni saremmo dovuti partire insieme alla volta della penisola.
Piccolo preambolo: pensando di non essere degli sprovveduti, ci siamo sempre informati sulla copertura sanitaria offerta dalla tessera europea: siam dovuti andare negli Stati Uniti e abbiam fatto un'assicurazione privata, ma per la Svizzera ci avevano assicurato la copertura e quindi non abbiam fatto nulla (se non portare sempre con lei la TEAM, la tessera europea di assistenza medica (credo).
Purtroppo lei si sente male 2 giorni fa, e senza neppure pensarci un minuto, andiamo al pronto soccorso vicino a casa mia.
Orbene, in maniera tipicamente Svizzera, prima ancora di farci entrare nel pronto soccorso ci chiedono tutti i dati anagrafici e l'assicurazione sanitariadi Edi: fortunatamente la tessera europea e una carta di identita' ci sbloccano la via al pronto soccorso.
Qui troviamo persone gentilissime che sottopongono (mentre assistono molte altre persone che arrivano) Edi a tutte le analisi necessarie per assicurarsi della sua salute e di quella del bimbo: stanno tutti bene, ma per accertamenti la trattengono in ospedale e su questo sono inamovibili: alcuni dati dell'ecografia e degli esami del sangue li preoccupano.
Il giorno dopo apprendiamo che potrebbe esserci la possibilita' che il bimbo salti fuori prima del tempo e che questo comporterebbe il riconvero in strutture cliniche specializzate e molto costose, quindi i dottori ci chiedano cosa venga coperto dalla nostra assicurazione perche' le spese potrebbero essere altissime e sostenibili giusto da un miliardario.. purtroppo non abbiamo ancora vinto la lotteria quindi mi ritrovo a dover capire come e cosa fare.
Sono un ingenuo, lo ammetto.. cosi' chiamo l'ambasciata Italiana a Berna.. sono spiacenti ma loro non sanno nulla di queste cose devo telefonare al Consolato a Zurigo... eppure ero sicuro di aver chiamato l'ambasciata Italiana, non quella Cinese...
Ok, chiamo il Consolato (di cui mi vengono forniti 2 numeri):
al primo risponde una segreteria telefonica automatica che fornisce risposte ad alcune domande "piu' frequenti" (ma sara' vero?) ma non permette di parlare ad un essere umano in carne e ossa.
al secondo non risponde nessuno.
Ok, son fortunato, abito vicinissimo a Zurigo e nel giro di 30 minuti (solamente usando mezzi pubblici, complimenti Svizzera) sono al Consolato, dove tutti offrono la loro simpatia e comprensione, ma nessuno sa veramente cosa fare, si ricordano solo aneddoti ed esperienze passate di come "dovrebbe essere"... ma non son sicuri. Secondo loro ogni comune/ASL ha i suoi accordi per queste cose, devo chiamare il comune di residenza di Edi e mi mettono a disposizione le loro linee. Cercano il numero di telefono loro stessi e mi mettono in contatto.
Anche qui nessuno sapeva nulla ma mi forniscono un numero dell'ASL per avcre queste informazioni...
Il numero si rivela appartenere alla sezione sbagliata dell'ASL, e con soli 5 (!!!!!!!!!!!!) passaggi ad uffici differenti riescono a fare arrivare la mia telefonata all'ufficio corretto. Peccato che la persona preposta non si trovi e vengo lasciato in attesa per una decina di minuti....
Finalmete la persona si trova ed e' quella giusta! Mi conferma di essere la persona a cui rivolgersi per l'assitenza sanitaria all'estero.
Alla mia domanda pero' NON SA RISPONDERE!! Mi chiede di richiamarla dopo 30 minuti perche' si sarebbe informata.
Ovviamente le chiedo il nome per sapere di chi chiedere, e, quasi stupita, mi fornisce solo il nome e non il cognome.
Dopo 30 minuti, fiducioso, richiamo.
Orbene la persona in questione non sapeva cosa dirmi. Lei era solo a conoscenza del fatto che avrei dovuto pagare tutto in anticipo e poi in Italia chiedere il rimborso... FORSE sarebbe stato il caso di compilare un modulo E112 perche' e' quello che ci vuole in questi casi.. Ok, ma a cosa serve? Non sa darmi una risposta precisa. A quel punto chiedo come fare nel caso in cui la paziente risulti trasferibile in un ospedale italiano (ma solo con trasporto medico, questo mi era gia' stato anticipato dai dottori).
Eh no, il trasporto medico non e' rimborsabile! Come no?
Come faccio io a pagare in anticipo cifre come quelle prospettatimi?
E in ogni caso cosa mi potrei aspettare come rimborso?
Ancora una volta l'esperta in questione non sa, non e' sicura: tutto dipende da quanto la Svizzera decide di rimborsarci. La Svizzara? e cosa c'entra la Svizzera? La mia ragazza e' cittadina italiana residente in Italia.
A questo punto, muro di gomma, lei non sapeva e continuava a ripetere come una mantra il nome di un'agenzia/ufficio svizzero a cui lei avrebbe spedito il tutto: l'amal (o La Mal 0 Lamal? scopro poi essere LaMal).
Scornato a questo punto ne sapevo meno di prima e soprattutto i medici continuavano a chiedermi che fare: preparare un rientro in Italia o un ricovero in un ospedale specializzato?
Bella domanda, ma io non sapevo ancora rispondere.
Fortunatamente mi viene in mente di conoscere una persona in un'associazione gestita dai Sindacati per il supporto dei lavoratori italiani all'estero (INCA). Riesco a rintracciarla e finalmente mi vengono spiegati i fatti e che la copertura in caso d'emergenza e' solo per i primi 3 giorni e soprattutto parziale: vengono rimborsati i costi che la sanita' italiana avrebbe sostenuto per fare gli stessi trattamenti in Italia.. quindi se in Svizzera costa 10 e in Italia 3, 7 sono a carico della "vittima"...
Ovviamente senza alcuna indicazione dei costi. Ho scoperto poi essere questa una versione ancora parziale dei fatti. Fra Italia e Svizzera esistono degli accordi speciali per cui in caso di ricovero per emergenza, la sanita' italiana copre i costi equivalenti ad un medesimo trattamento in Italia, e il resto pare essere coperto da questa LaMal.
Anche la procedura dettami non era del tutto corretta: se l'ospedale non accetta, per qualcunque motivo, la tessera europea, si deve pagare in anticipo e poi si puo' andare subito alla LaMal, per ottenere un rimborso.
Fortunamente l'amministrazione dell'ospedale svizzero, a questo punto si e' informata e dato il tipo di TEAM di Edi, hanno stabilito che la fattura sarebbe andata direttamente all'Italia e si sarebbero fatti carico loro della procedura.
Quindi il caso di emergenza rimane coperto ma Edi ancora non puo' essere spostata senza assistenza medica e deve essere seguita: che fare?
Beh a questo punto, aiutati che il ciel ti aiuta: grazie al supporto dello staff medico dell'ospedale, abbiamo trovato il servizio adatto, pagando una cifra esorbitante (in anticipo e cara e salata), per far trasportare Edi fino a Torino in completa sicurezza. Ora vedremo se riusciremo ad ottenere un rimborso almeno parziale di queste spese o meno, sara' divertente :-(
Ultima chicca: richiamo il servizio dell'ASL di Biella e la persona all'altro capo del telefono quando re-interrogata per sapere il nome preciso e l'indirizzo/numero di telefono del servizio svizzero a cui lei si sarebbe rivolta per i rimborsi... mi ha risposto che era venerdi' pomeriggio e lei era pronta ad uscire... potevo aspettare fino a lunedi'?
Ehi, sveglia, stiam parlando di servizio sanitario!! Non ho telefonato per avere l'orario del cinema o il numero di telefono di un pub!
Comunque la prima parte della saga e' finita, finalmente Edi e' arrivata a Torino e sia lei che il bimbo stanno bene!
Incrociamo le dita!!
Ancora un ringraziamento al personale medico dell'ospedale di Uster: ci hanno supportato in ogni momento e, soprattutto, han dimostrato una cortesia e una sensibilita' ben al di la' della semplice professionalita'.
In particolare una delle dottoresse, non faccio il nome giusto per privacy, ci ha dato un aiuto anche morale incredibile (nota bene, la dottoressa in questione e' figlia di immigrati Italiani).
Ora, finita (piu' o meno) la saga del denaro (che schifo essersi dovuti stressare per cose del genere invece che mantenere la calma per l'unica cosa importante, la salute di mamma e bambino), inizia la saga dell'ospedale italiano... vedremo!
Un'altra cosa molto triste di tutta questa vicenda sta' nel fatto che abbiam (di nuovo) scoperto di non poterci fidare delle strutture pubbliche italiane: magari il sistema offre servizi ottimi ma le person che dovrebbero comunicare con il pubblico, informarlo e guidarlo nelle scelte, si rivelano dotate di ben scarsa professionalita', fornendo un disservizio e non un servizio!
Se non puoi accedere ad un servizio esistente perche' la persona che dovrebbe garantirne l'accessibilita' da parte dell'utente e' incompetente, per te quel servizio non esiste, e' come se non ci fosse, e il danno e' pure doppio!
I dottori Svizzeri son rimasti stupiti da questo: e' normale che un paziente non sappia tutti i dettagli della sua assicurazione sanitaria e che abbia bisogno di un aiuto per fare le sue scelte, ma nel nostro caso il paziente e' stato lasciato da solo e non voglio neppure immaginare come sarebbe stato se Edi, per qualunque motivo, fosse stata da sola.

1 comment:

Anonymous said...

Ciao Riccardo...sono Marco Mazzaglia. Se sei a Torino e hai bisogno di aiuto, CHIAMA!!! Ok!!!??
Non ti fare problemi. Hai la mia email e tutto...un abbraccio, un saluto a Edi e bimbo!!!

Joost

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